evitare la verbosità
Perché Cristo ci comanda di evitare la verbosità nella preghiera? Proprio perché la preghiera non nasce dalle parole: la preghiera non è mera somma di richieste indirizzate a Dio.
Prima di essere pronunciata la preghiera deve essere ascoltata nel proprio cuore.
Tutti i veri capolavori della musica e della poesia non sono stati composti semplicemente mettendo insieme parole e suoni sconnessi: prima sono nati nella profondità del cuore del loro autore, e sono stati incarnati in parole o toni musicali.
La preghiera è anche un lavoro creativo, che non nasce dalla verbosità, ma da una pace profonda, da un silenzio concentrato e devoto.
Prima di intrprendere il sentiero della preghiera si deve entrare nel silenzio interiore e rinunciare alle parole e ai pensieri.
Hilarion Alfeyev
Prima di essere pronunciata la preghiera deve essere ascoltata nel proprio cuore.
Tutti i veri capolavori della musica e della poesia non sono stati composti semplicemente mettendo insieme parole e suoni sconnessi: prima sono nati nella profondità del cuore del loro autore, e sono stati incarnati in parole o toni musicali.
La preghiera è anche un lavoro creativo, che non nasce dalla verbosità, ma da una pace profonda, da un silenzio concentrato e devoto.
Prima di intrprendere il sentiero della preghiera si deve entrare nel silenzio interiore e rinunciare alle parole e ai pensieri.
Hilarion Alfeyev
Queste parole esprimono molto bene il concetto di quello che credo debba essere il vero valore della preghiera, almeno per come la concepisco io, forse valore non è la parola giusta, diciamo il senso della preghiera, o meglio ancora il mio “personale” senso che attribuisco alla preghiera.
RispondiEliminaHo un profondo rispetto per la preghiera, per tutte le sue forme e le sue diversità di culto legate alle varie religioni, ma la considero come una cosa intima, privata, non invadente e non da sbandierare ai quattro venti. E’ come una conversazione amica e profonda con Dio, che va fatta con voce rispettosa, garbata e discreta che non ha bisogno di tante parole, ma basta la dolcezza del silenzio, dove la Sua presenza silenziosa copre ogni nostra fragile parola, ma quel silenzio va “sentito” ed “ascoltato” prima con il cuore.
Forse avrò un’idea sbagliata della preghiera, ma anche la chiesa io la preferisco senza tanta gente intorno, mi disturba, quando la riconosco, l’ipocrisia di chi ho vicino, di chi va in chiesa solo per farsi vedere o peggio ancora per criticare dopo. L’atmosfera che c’è nel vuoto e nel silenzio di una chiesa non si può esprimere a parole, si ha come una sensazione di restare sospesi in quella calma e ci si perde in quella magia, non c’è bisogno di tante parole quando si avverte la Sua presenza e si entra in contatto con la nostra parte migliore, quella più genuina, più vera più profonda, la nostra vera essenza… la nostra anima. Non so come chiamare questo stato d’animo, so solo che da’ un piacevole senso di leggerezza.
Questo lo dico io “Evitare la verbosità nei commenti…” … ho scritto un poema, mi autocensuro e faccio silenzio.
Serena notte.
Tamara (~∆~)