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Visualizzazione dei post da agosto, 2011

la Messa dei bambini

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notte fonda

E quando la notte fonda ha già inghiottito uomini e case, una cella mi accoglie esule del mondo. Gli altri nulla sanno di questa mia pace, di questi appuntamenti. Forse neppure io stesso saprei rifare l'itinerario del giorno, ripetere la danza del mio Amore. Quasi nulla avanza di me la sera: poche ossa, poca carne odorosa di stanchezze,curvata sotto il peso di paurose confidenze. Allora Egli mi attende solo, a volte seduto sulla sponda del letto, a volte abbandonato sul parapetto della grande finestra. E iniziamo ogni notte il lungo colloquio. Io divorato dagli uomini, da me stesso, a sgranare ogni notte il rosario della mia disperata leggenda. Ed Egli a narrarmi ogni notte la Sua infinita pazienza. E poi all'indomani io, a correre a dire il messaggio incredibile ed Egli fermo al margine delle strade a vivere d'accattonaggio. David Maria Turoldo

vista con granello di sabbia

Lo chiamiamo granello di sabbia. Ma lui non chiama se stesso né granello, né sabbia. Fa a meno di nome generale, individuale, instabile, stabile, scorretto o corretto. Non gli importa del nostro sguardo, del tocco Non si sente guardato e toccato. E che sia caduto sul davanzale è solo un'avventura nostra, non sua. Per lui è come cadere su una cosa qualunque, senza la certezza di essere già caduto o di cadere ancora. Dalla finestra c'è una bella vista sul lago, ma quella vista, lei, non si vede. Senza colore e senza forma, senza voce, senza odore e dolore è il suo stare in questo mondo. Senza fondo lo stare del fondo del lago e senza sponde quello delle sponde. Né bagnato né asciutto quello della sua acqua. Né al singolare né al plurale quello delle onde, che mormorano sorde al proprio mormorio intorno a pietre non piccole, non grandi. E il tutto sotto un cielo per natura senza cielo, dove il sole tramonta non tramontando affatto e si

ascolta l'infinito

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amen

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les autres qui me donnent l'existence.

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Ave Maria

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yoga

Ciò che la spiritualità cristiana dovrebbe apprendere dallo yoga è la ricerca, in un modo o nell’altro, del silenzio dello spirito e del pensiero, normale condizione per un pieno risveglio interiore. Solo un tale silenzio, infatti, permette allo Spirito santo di operare a suo modo nell’anima. All’uomo poi è così difficile non trovarsi costantemente o un po’ troppo avanti o un po’ troppo indietro rispetto allo Spirito, tanto è impaziente di sapere e di agire da solo e al ritmo che si è scelto. D’altra parte, questo vuoto e questo silenzio non sono già di per sé un grido, l’infinita invocazione dell’anima a Dio – infinita perché ha origine nell’infinità stessa dell’amore creante di Dio? Questo vuoto ha liberato lo spirito dell’uomo o, meglio, il suo sé profondo dagli attaccamenti e dalle identificazioni con i personaggi transitori di cui successivamente assume i ruoli, agli occhi degli altri ma anche di se stesso. I legami – i “legami del cuore” di cui parlano le upanisha

signum magnum

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ascoltare

Vi siete mai seduti in silenzio senza fermare l’attenzione su una cosa qualsiasi, senza fare il minimo sforzo per concentrarvi, con una mente davvero calma? Se lo fate, potete ascoltare i rumori lontani e quelli vicinissimi a voi: siete in contatto coi suoni. Allora state veramente ascoltando. La vostra mente non si limita a funzionare attraverso un solo insufficiente canale. Quando ascoltate in questo modo, con grande tranquillità, senza sforzo, scoprite che dentro di voi avviene un cambiamento straordinario, un cambiamento che non dipende dalla vostra volontà e che si produce senza che voi lo chiediate; ed è un cambiamento che porta con sé l’immensa bellezza di una percezione profonda.  Come ascoltate? Ascoltate attraverso le vostre proiezioni, le vostre ambizioni, i desideri, le paure, le angosce? Ascoltate solo quello che volete sentire, solo quello che vi soddisfa o che vi lusinga? Ascoltate solo quello che vi conforta e che attenua momentaneamente la vostra sofferenza

la vita spirituale

La vita spirituale non è vita intellettuale. Non è soltanto pensiero. E non è naturalmente neppure una vita di sensazioni, una vita di sentimento— «sentire» e sperimentare le cose dello spirito, e le cose di Dio. La vita spirituale non esclude neppure pensiero e sentimento. Ha bisogno di entrambi. Non è propriamente una vita concentrata alla «sommità» dell’anima, una vita dalla quale siano esclusi mente, immaginazione e corpo. Se così fosse, poca gente potrebbe viverla. E ancora, se tale fosse la vita spirituale, non sarebbe affatto una vita. Se l’uomo deve vivere, dev’essere tutto vivo, corpo, anima, mente, cuore e spirito. Tutto deve venire elevato e trasformato dall’azione di Dio, nell’amore e nella fede. Inutile cercare di meditare semplicemente «pensando» — ancora peggio meditare infilando parole, passando in rivista una quantità di insulsaggini. Una vita puramente intellettuale può essere deleteria se ci porta a sostituire il pensiero alla vita e le idee alle

librarsi in mezzo all'onde

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le parole si aprono

Tra ciò che vedo e dico, tra ciò che dico e taccio, tra ciò che taccio e sogno, tra ciò che sogno e scordo, la poesia. Scivola tra il sì e il no: dice ciò che taccio, tace ciò che dico, sogna ciò che scordo. Non è un dire: è un fare. È un fare che è un dire. La poesia si dice e si ode: è reale. E appena dico è reale, si dissipa. È più reale, così? Idea palpabile, parola impalpabile: la poesia va e viene tra ciò che è e ciò che non è. Tesse riflessi e li stesse. La poesia semina occhi nella pagina, semina parole negli occhi. Gli occhi parlano, le parole guardano, gli sguardi pensano. Udire i pensieri, vedere ciò che diciamo, toccare il corpo dell'idea. Gli occhi si chiudono, le parole si aprono.  Octavio Paz

blowing in the wind

Quante strade deve percorrere un uomo prima che possiate chiamarlo uomo? E quanti mari deve sorvolare una bianca colomba prima di dormire sulla sabbia? E quante volte devono volare le palle di cannone prima di venir proibite per sempre? La risposta, amico mio, soffia nel vento, la risposta soffia nel vento. E quanti anni può esistere una montagna prima di essere dilavata, fino al mare? E quanti anni può esistere un popolo prima di essere lasciato libero? E quante volte può un uomo volgere il capo e fingere di non vedere? La risposta, amico mio, soffia nel vento, la risposta soffia nel vento. E quante volte un uomo deve guardare in alto prima di vedere il cielo? E quanti orecchi deve avere un uomo prima di sentir piangere gli altri? E quante morti ci vorranno prima che capisca che troppa gente è morta? La risposta, amico mio, soffia nel vento, la risposta soffia nel vento. Bob Dylan

difficile per noi

Ora Dio ci avvolge così, e l’oscurità del suo agire si chiama fede, la spinta a realizzarci si chiama speranza e l’amore che la regge si chiama carità. Per noi il difficile è di non dimenticare che c’è Lui. Ed è difficile, perché tutto avviene nel silenzio ed il silenzio ci fa paura. Vorremmo che Lui ci dicesse “sono qui”, oppure rivelasse la sua presenza con tuoni e lampi.  Se qualche volta l’ha fatto, come racconta l’Esodo, l’ha fatto perché l’umanità era bambina e bisognava prenderla così. Ma preferisce il silenzio. Ora fa silenzio, perché più consono alla maturità dell’uomo. Il silenzio di Dio è il segno della tua maturità nella fede.  Se ti fa paura è perché sei ancora un po’ bambino. I bambini hanno paura del silenzio e della oscurità, ma debbono abituarsi all’uno  e all’altra. Le cose di Dio non hanno bisogno di parole. Carlo Carretto

parlare tacendo

Il prodigio del silenzio è giungere a  parlare tacendo , a essere espressivi senza usare le parole, ad avere una vita silenziosamente eloquente, secondo l’invito di Ignazio di Antiochia: «È meglio tacere ed essere che parlare senza essere». Il silenzio è un modo diverso di comunicare e, più in profondità, un modo diverso di essere … e di vivere. Sabino Chialà

solo per oggi

Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta. Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso. Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo. Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri. Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo,  così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima. Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno. Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’ind

Alleluja

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il volto di Dio

Se dici: Fammi vedere il tuo Dio, io ti dirò: Fammi vedere l'uomo che è in te, e io ti mostrerò il mio Dio. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e le orecchie del tuo cuore ascoltano. Infatti quelli che vedono con gli occhi del corpo, percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le cose differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello, l'armonioso e il caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è, quanto eccede nelle sue componenti e quanto né è mancante. La stessa cosa si può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci. Allo stesso modo si comportano anche gli orecchi del cuore e gli occhi dell'anima in ordine alla vista di Dio. Dio, infatti, viene visto da coloro che lo possono vedere cioè da quelli che hanno gli occhi. Ma alcuni li hanno annebbiati e non vedono la luce del sole. Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può conclud

la nave va

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silenzio originario e originante

Essere nuovi come la luce a ogni alba, come il volo degli uccelli e le gocce di rugiada: come il volto dell’uomo come gli occhi dei fanciulli come l’acqua delle fonti: vedere la creazione emergere dalla notte! Non vi sono fatti precedenti non parlate di millenni o di giorni o di altri millenni Né creatura alcuna correrà il rischio di essere sazia: principio altro principio genera in vite irripetibili come le primavere. Unico male l’abitudine e la scelta tragica: discorrere invece di intuire E la mente si popola di idoli e il cuore è un deserto lunare solo la Meraviglia ci potrà salvare aprendo il varco verso la Sostanza. Allora il medesimo silenzio dell’origine nuovamente fascerà le cose, o eromperà – uguale evento – il canto. David Maria Turoldo

sitting in silence

sedendo in silenzio http://rusblassoples.blogspot.com/2011/08/blog-post.html  

sogno

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mare di Sardegna

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