utilità

Trenta raggi si uniscono in un solo mozzo
e nel suo non-essere si ha l'utilità del carro,
s'impasta l'argilla per fare un vaso
e nel suo non-essere si ha l'utilità del vaso,
s'aprono porte e finestre per fare una casa
e nel suo non-essere si ha l'utilità della casa.
Perciò l'essere costituisce l'oggetto
e il non-essere costituisce l'utilità.
 
Lao Tzu

Commenti

  1. Il “vuoto” nel nostro modo di pensare, non è proprio una bella cosa, dire ad una persona che è una persona “vuota” non gli facciamo certo un complimento, anzi, tendiamo sempre a paragonare il vuoto al nulla. Ma questo testo ci fa veramente capire quello che è il vuoto, e come tutte le forme contrapposte danno vita alla vera essenza della cosa in se stessa.
    In pratica la cosa nella sua totalità non può esistere senza i suoi due contrapposti dell’essere e del non essere, è l’unione di questi due che definisce la cosa nella sua utilità e quindi nella sua vera natura: la ruota del carro è grazie al suo vuoto centrale che gira intorno all’asse e nello stesso tempo il vuoto del carro è quello che ne determina la sua utilità cioè si può riempire di cose da trasportare; è nel vuoto del vaso d’argilla che mettiamo l’acqua, e sono gli spazi vuoti di una casa che ci consentono di abitarla.
    Ma la cosa fantastica è se proviamo a pensare con questa logica all’ uomo, ne viene fuori una cosa sorprendente. L’essere dell’uomo sarebbe il suo corpo mentre il non essere sarebbe il suo interno cioè il suo spirito, ma in realtà al nostro interno noi siamo pieni, anzi siamo strapieni di concetti, opinioni, pensieri, pregiudizi, e allora per arrivare alla nostra vera essenza bisogna cercare quel vuoto dentro di noi, attraverso il silenzio della meditazione solo così scopriremo la nostra vera essenza, perché siamo fatti di essere e non-essere, non le possiamo dividere queste due cose, e se lo facciamo vuol solamente dire che non viviamo pienamente la nostra vera natura di essere umano, così come una brocca di argilla senza il suo vuoto non sarebbe una brocca, ma per esserlo ha bisogno anche del suo corpo d’argilla, non si può scindere in due parti distinte. Ma il vuoto che abbiamo dentro in realtà non rappresnta il nulla ma quello spazio che ci mette in comunicazione con Dio, libero da ogni attacamento e pensiero, solo così completiamo la nostra vera essenza.
    Questa è la spiegazione che io mi sono data, può essere che ce ne siano altre o che questa non sia giusta... è solo il mio pensiero.
    "Essere o non essere questo è il problema..."
    Buona serata.
    Tamara (*_*)

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  2. Per gli orientali il "vuoto" non indica un'assenza o una negatività come nel pensiero occidentale (si pensi a Parmenide ad es.). Il vuoto per gli orientali - ed i taoisti in particolare - è una sorta di potenzialità originaria che contiene in embrione tutte le possibilità. Abbiamo qualcosa di simile nelle "rationes seminales" di S. Agostino.
    Buona settimana a tutti...

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  3. anche il silenzio è come il vuoto che, come dice Gianrico, non indica un'assenza o una negatività;
    quindi se, chi non intende i silenzi non intende neanche le parole, lo stesso vale per il vuoto che determina la sua utilità.

    Buon lunedi
    Maira

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