sorgenti

Nella nostra vita, accanto agli obblighi essenziali che non bisogna affatto lasciar perdere, c'è una folla di preoccupazioni che derivano dal nostro amor proprio, dal nostro desiderio di apparire, di essere considerati... Sono queste le cose che c'ingombrano e da cui bisogna distaccarsi. Per farlo ci vuole tempo. Ogni giorno veniamo sottoposti a un bombardamento di informazioni e di sollecitazioni, molte delle quali sono vane e futili. Bisogna stare attenti a non lasciare che questi pensieri invadano il nostro cuore. Al giorno d'oggi è difficile. Gli autori antichi parlavano della "custodia del cuore", una realtà troppo dimenicata ma decisamente necessaria se un giorno vogliamo conoscere questo silenzio profondo di cui lei parla.(...) Iniziare a fare silenzio con il corpo è di fondamentale importanza. Oggi si sta riscoprendo che i maestri spirituali del passato non hanno mai dimenticato il ruolo che gioca il corpo durante la preghiera. Molte tecniche venute dall'Oriente ci insegnano a fare silenzio a partire da atteggiamenti corporei: calma, rilassamento, controllo della respirazione...Perchè non prendere spunto da queste tecniche e cominciare da qui a scoprire la prenza di Dio? Può essere un sistema concreto per lasciare che il silenzio interiore prenda posto dentro di noi per un migliore ascolto della parola di Dio. Il silenzio che desidera ha senso solo se è un richiamo, l'apertura a una presenza. Presenza dello Spirito nel più intimo di noi stessi; il nostro "ospite interiore", come assicura la nostra fede. Lo Spirito che si unisce al nostro spirito per confessare che Gesù è il Signore, per pregare in noi con gemiti ineffabili. Alla fine, i nostri sforzi hanno un solo scopo: liberare in noi le sorgenti d'acqua viva dello Spirito, lasciare risalire il nostro cuore per trasformarci nella fede, nella speranza e nella carità. E' questo il desiderio che bisogna risvegliare in noi all'inizio della preghiera.

Michel Rondet sj

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