yoga

Ciò che la spiritualità cristiana dovrebbe apprendere dallo yoga è la ricerca, in un modo o nell’altro, del silenzio dello spirito e del pensiero, normale condizione per un pieno risveglio interiore. Solo un tale silenzio, infatti, permette allo Spirito santo di operare a suo modo nell’anima. All’uomo poi è così difficile non trovarsi costantemente o un po’ troppo avanti o un po’ troppo indietro rispetto allo Spirito, tanto è impaziente di sapere e di agire da solo e al ritmo che si è scelto. D’altra parte, questo vuoto e questo silenzio non sono già di per sé un grido, l’infinita invocazione dell’anima a Dio – infinita perché ha origine nell’infinità stessa dell’amore creante di Dio? Questo vuoto ha liberato lo spirito dell’uomo o, meglio, il suo sé profondo dagli attaccamenti e dalle identificazioni con i personaggi transitori di cui successivamente assume i ruoli, agli occhi degli altri ma anche di se stesso. I legami – i “legami del cuore” di cui parlano le upanishad – sono ormai spezzati, quei legami che lo trattenevano nel  mondo del fenomeno e lo rendevano schiavo dei suoi istinti. Il saggio che vi è giunto probabilmente pensa e vuole come tutti ma non si identifica più con il suo atto di pensiero o di volontà. Egli non percepisce più niente e nulla vuole in rapporto al suo ego limitato. Tutto ora egli conosce e vuole alla luce del reale – alla luce del sé unico, dirà il vedanta, alla luce di Dio in sé, capirà il credente -. L’uomo ha così ritrovato la sua libertà essenziale: nulla più limita l’infinità del richiamo verso Dio che è al fondo del suo essere. Nulla dunque blocca più in lui la possibilità di azione dello Spirito, quella forza che i saggi avvertivano presente in sé come nell’universo e di cui intuivano il carattere divino. I mirabili poteri attribuiti agli yogin non sono più straordinari dei miracoli compiuti dai santi cristiani: infatti, i primi hanno liberato in se stessi, così dicono, l’energia totale che esiste in potenza nel mondo; mentre i secondi hanno recuperato, come affermavano i padri greci, lo stato beato di Adamo appena uscito dalle mani di Dio, sommamente libero e signore di tutta la creazione.

Henri Le Saux Abhishiktãnanda

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