preghiera profonda


PREGHIERA PROFONDA 
 ISTRUZIONI PER L’USO









COS’È LA PREGHIERA

L’esperienza umana suggerisce, in tutti i tempi e in tutte le culture, che la realtà in cui siamo immersi non si esaurisce nelle forme materiali dell’esistenza. Intuiamo una dimensione spirituale, che è al di là delle cose così come ci appaiono e sembra poter dare una direzione, un senso a tutto quello che è e che accade. C’è un desiderio profondo di felicità, di verità e di giustizia, che spesso è frustrato dal vivere quotidiano e cerca un via possibile di realizzazione.
La preghiera consiste nel rivolgere l’attenzione a questa dimensione spirituale cercando di coglierla, oltre i confini dell’esperienza sensibile, mettendosi in ascolto ed esprimerla con la parola o con il pensiero.
Possiamo definire il pregare un cercare una relazione con la dimensione dello spirito, ma non per questo meno reale del visibile e tangibile.

La preghiera è esplorazione ed esperienza di incontro con l’invisibile, nella ricerca di un senso di verità e bellezza che possa orientare la vita fino al suo compimento.
Esplorazione di un continente sconfinato e vastissimo, che non si trova né lontano, né fuori di noi stessi, come insegna Agostino di Ippona in un detto famoso: Non uscire da te stesso, rientra in te; nell’intimo dell’uomo risiede la verità.
Si tratta quindi di cercare dentro di sé una relazione con l’infinito invisibile che ci abita e che possiamo immaginare come una scintilla divina. Se riesco a raggiungere, a vedere e toccare questa fiamma divina che mi abita, allora tutta la mia vita può esserne illuminata e trasformata.
“Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1Cor 3,16) 


L’inabitazione del divino in noi trova una conferma nelle parole stesse del Maestro:

“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi il soffio vitale di una verità che si rivela, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.” (Gv 14,16-17)

“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.”  (Gv 14,23)

La preghiera è quindi un’esperienza di ascolto e accoglienza di un dono d’Amore gratuito e consolante, rivelazione di Verità e Bellezza.










COSA LA PREGHIERA NON È


Per capire cosa sia la preghiera, può essere utile anche chiarire cosa la preghiera non è, per evitare fraintendimenti ed errori, che possono causare delusioni e frustrazioni.

Non è un modo per ottenere benefici o evitare danni e sofferenze, semmai per imparare a riconoscere e accogliere con gratitudine ogni evento della nostra vita.

Non serve a far cambiare idea a Colui che è Volontà Provvidente, per volgere la Sua Volontà a nostro favore. Semmai serve a far cambiare idea a noi rispetto ad aspettative irrealistiche e inadeguate.

Non funziona automaticamente e non garantisce risultati di nessun genere, perché non è un rito magico.

Non può essere solo spontanea e improvvisata, perché richiede, come tutte le attività umane, costanza, disciplina e continuità. Come non basta andare in palestra una volta ogni tanto, solo quando se ne ha voglia, per allenare il corpo, allo stesso modo non ha senso pregare saltuariamente, secondo l’estro del momento. È sempre da preferire un esercizio modesto, ma quotidiano e perseverante, ai grandi slanci saltuari, che lasciano il tempo che trovano e possono persino essere dannosi.

Non è garanzia di consolazione. Anche la desolazione e l’aridità sono esperienze che si possono incontrare nella preghiera, ne fanno parte a pieno diritto e possono essere occasioni di progresso.










COME SI PREGA

La pratica base consiste nello stare seduti immobili, con gli occhi chiusi, ripetendo mentalmente una parola sacra, con semplicità, sul ritmo del respiro, per favorire l’attenzione interiore. Le distrazioni che si presentano alla mente, pensieri, immagini, ricordi, emozioni, vanno lasciati andare riportando dolcemente l’attenzione sul respiro e la parola sacra. La nostra mente tende a distrarsi, a vagare e la preghiera consiste proprio nel riportare sempre l’attenzione al respiro e alla parola sacra. Il silenzio del corpo e della mente richiede una disciplina paziente e quotidiana.

Gli ingredienti fondamentali della preghiera sono il silenzio, il respiro, l'ascolto e la voce. 

Il Silenzio non è assenza di suoni, ma la condizione di attenzione e concentrazione, di presenza a se stessi. Naturalmente un ambiente tranquillo e sereno favorisce la preghiera, ma è importante anche imparare a integrare ciò che può disturbare, senza farsi distrarre. Così testimonia l’esperienza del profeta Elia.
“Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. 
Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. 
Dopo il fuoco ci fu una voce sottile di silenzio.” (1Re 19,11-12)

Il Respiro, quasi sacramento dello Spirito e della Vita, con il suo fluire costante e ininterrotto dall’esterno all’interno e viceversa, ci aiuta a mantenerci in contatto con la dimensione interiore, senza perdere di vista il mondo esteriore. Rappresenta lo scambio armonico del ricevere e restituire, senza soluzione di continuità.
“Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.” (Gen 2,7)
Questo soffio che entra in noi è Vita che continuamente riceviamo e ridoniamo. 

L’Ascolto rappresenta l’atteggiamento di accoglienza attenta e ricettiva, che si lascia plasmare e guidare.
L’ascolto nel silenzio si nutre della Parola delle scritture, e ce ne insegna una comprensione più profonda. 
"Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” (Lc 11,28)
“Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce” (Gv 18,37)

La Voce, che dà colore al respiro nella preghiera mentale e sonorità alla preghiera vocale, aiuta sia nella preghiera personale, sia liturgica, a mantenersi uniti in sé e con gli altri. 
“Ma Dio ha ascoltato, si è fatto attento alla voce della mia preghiera.” 
(Salmo 66,19)  

Il canto è l’emissione mediante la voce di suoni e parole ordinate in modo melodico e secondo il ritmo del respiro. Per questo costituisce un modo straordinario di pregare e, quando la preghiera è corale, aiuta a pregare e respirare insieme.
Non tutti i canti e non tutta la musica sono canto sacro e musica sacra. Una attenzione particolare deve essere data alle parole e alle melodie, che devono facilitare raccoglimento e concentrazione ed essere coerenti con lo spirito della preghiera. La musica non è solo questione di emozioni e sentimenti, che devono essere rispettati e allo stesso tempo educati.
“Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui.” (1Sam 16,23)








CHI PREGA CHI

“Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto.” (Mt 6,6)
La preghiera è sempre personale, anche quando è comunitaria e liturgica, ma non è mai solitaria, perché è sempre per gli altri e con gli altri ed è animata dallo Spirito.
“Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili.” (Rm 8,26)









DOVE PREGARE

Ovviamente si può pregare ovunque. Lo spazio sacro della preghiera non è un luogo definito a questo scopo, ma è lo spazio che è reso sacro dalla preghiera. Naturalmente ci sono luoghi che favoriscono la preghiera e può essere utile dedicare uno spazio da dedicare alla preghiera, perché questo favorisce il raccoglimento e la concentrazione.
Si deve anche prestare attenzione alla propria posizione, al modo in cui occupiamo lo spazio, perché si prega anche con il corpo.
Anche le immagini dipinte o scolpite, che occupano lo spazio della preghiera, possono essere di aiuto per fermare l’attenzione e favorire la concentrazione.
Le immagini sacre, come le icone, portano in sé una traccia della presenza che raffigurano e rafforzano la devozione della preghiera.
Bisogna però evitare di attribuire alle immagini una forza ed efficacia propria.
Non esistono immagini miracolose.
Si deve anche riconoscere che ci sono luoghi, meta di pellegrinaggio, che favoriscono la preghiera. Anche in questo caso non si deve pensare che questi luoghi contengano in sé qualche forza prodigiosa, ma è proprio l’essere meta e luogo di preghiera che li rende speciali. Dal punto di vista personale, il pellegrinaggio può essere un aiuto formidabile per la preghiera perché è una metafora della vita, che costringe ad allontanarsi da sé e dalle proprie abitudini, per ritornare al vero sé e ritrovarsi in modo nuovo.
“Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1Cor 3,16)










QUANDO PREGARE


È opportuno dedicare tempi precisi alla preghiera, senza affidarsi all’estro del momento, per trovare una fedeltà alla preghiera perseverante. Si tratta di imparare ad abitare il tempo come lo spazio fino a pregare sempre e ovunque. Nel tempo ci accorgiamo che ogni nostro respiro è preghiera, sia che vegliamo sia che dormiamo.
“State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito.” (1Ts 5,16-19)










PER CONCLUDERE


Nella preghiera si incontrano certamente molte difficoltà e si commettono errori. Senza scoraggiarci, possiamo pensare che non esistono ostacoli insormontabili e che la preghiera consiste proprio nella capacità di affrontarli, trasformandoli in opportunità, senza arrendersi mai.
C’è solo un modo per sbagliare a pregare: non pregare.

“Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie.” (Col 4,2)

Commenti

  1. Cè un solo modo per sbagliare a pregare: non pregare...sono d'accordo. Anche pregando sbagliando, per prove ed errori che possono durare una vita,prima o poi si arriva a diventare preghiera, perchè è lo Spirito che ci guida insegnandoci tutto. Silenzio, perseveranza e abbandono. Grazie don Massimo per questa bella sintesi sul come pregare che trovo convincente e adeguata per chiunque decida di provare o perfezionarsi a partire da qualsiasi situazione si trovi nella propria vita interiore.

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