homo faber
Per l'uomo intento a raggiungere i suoi scopi - sia l'homo faber, l'homo oeconomicus oppure l'uomo digitale - il silenzio è una zona oscura, un vuoto angoscioso da rigettare riempiendo di suoni e di rumori la mente e di attività e di impegni la giornata. Come la solitudine, lo spaesamento, l'insonnia, l'attesa, la noia, la malattia, il dolore, il silenzio è una delle forme della passività, dalla quale ci si tiene volentieri lontani. Evoca l'angoscia del nulla, suscita istintivamente il timore che vi si rispecchi una nullità, un'inconsistenza, un'irrilevanza del nostro essere. La conferma di quanto sia diffusa questa tendenza a considerare il silenzio uno straniero indesiderato sta nella rarità con cui, conseguentemente, è dato di trovare persone che abbiano il tempo, la disposizione e l'apertura necessari ad ascoltare, dato che l'ascolto vive appunto di silenzio. Roberto Mancini