fango
Un’altra immagine dello stesso tipo utilizzata dai Padri è quella del fango che, finché non si posa sul fondo dello stagno, lontano da qualsiasi agitazione, intorbida la trasparenza dell’acqua. Queste due analogie si applicano allo stato del cuore umano. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Matteo 5, 8). Fino a quando il fango è agitato nell’acqua, non è possibile una visione chiara, e fino a quando ci sono crespe sulla superficie, gli oggetti che circondano lo stagno non possono riflettersi senza deformazioni.
Fino a quando l’anima non è in riposo, non ci può essere visione, ma quando la pace ci ha permesso di trovarci in presenza di Dio, allora un altro tipo di silenzio, molto più assoluto, interviene: il silenzio di un’anima che non è soltanto calma e raccolta, ma alla quale la presenza di Dio impone rispetto e adorazione; un silenzio nel quale, secondo le parole di Giuliana di Norwich, “la preghiera unisce l’anima a Dio”.
Anthony Bloom
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