mirabilmente consolato
Come santo Lodovico re di Francia personalmente, in
forma di pellegrino, andò a Perugia a visitare il santo frate Egidio. Andò
santo Lodovico re di Francia in peregrinaggio a visitare li Santuari per lo
mondo, e udendo la fama grandissima della santità. di frate Egidio, il quale
era stato de' primi compagni di santo Francesco, si puose in cuore e diterminò
al tutto di visitarlo personalmente. Per la qual cosa egli venne a Perugia, ove
dimorava allora il detto frate Egidio. E giugnendo alla porta del luogo de'
frati, come un povero pellegrino e sconosciuto, con pochi compagni, domanda con
grande istanza frate Egidio, non dicendo niente al portinaio chi egli fussi che
'l domandava. Va adunque il portinaio a frate Egidio e dice che alla porta è
uno pellegrino che n'addimanda, e da Dio gli fu ispirato e rivelato in ispirito
ch'egli era il re di Francia; di che subitamente con grande fervore esce di
cella e corre alla porta, e senza altro domandare, o che mai eglino s'avessino
veduti, insieme con grandissima divozione inginocchiandosi, s'abbracciarono
insieme e baciaronsi con tanta dimestichezza, come se per lungo tempo avessino
tenuta grande amistà insieme, ma per tutto questo non parlavano nulla l'uno
all'altro, ma stavano così abbracciati con quelli segni d'amore caritativo in
silenzio. Ed istati che furono per grande spazio nel detto modo senza dirsi
parola insieme, si partirono l'uno dall'altro; e santo Lodovico se n'andò al
suo viaggio, e frate Egidio si tornò alla cella. Partendosi il re, un frate
domandò alcuno de' suoi compagni chi era colui che s'era cotanto abbracciato
con santo Egidio; e colui rispuose ch'egli era Lodovico re di Francia, lo quale
era venuto per vedere frate Egidio. Di che dicendolo costui agli altri frati,
eglino n'ebbono grandissima malinconia che frate Egidio non gli avea parlato
parola; e rammaricandosene, sì gli dissono: "O frate Egidio, perché se' tu
stato tanto villano, che uno così fatto re, il quale è venuto di Francia per
vederti e per udire da te qualche buona parola, e tu non gli hai parlato
niente?". Rispuose frate Egidio: "O carissimi frati, non vi
maravigliate di ciò; imperò che né egli a me né io a lui pote' dire parola,
però che sì tosto come noi ci abbracciammo insieme, la luce della divina
sapienza rivelò e manifestò a me il cuore suo e a lui il mio; e così per divina
operazione ragguardandoci ne' cuori, ciò ch'io volea dire a lui ed egli a me
troppo meglio conoscemmo che se noi ci avessimo parlato con la bocca, e con
maggiore consolazione, e se noi avessimo voluto esplicare con voce quello che
noi sentivamo nel cuore, per lo difetto della lingua umana, la quale non può
chiaramente esprimere li misteri segreti di Dio, ci sarebbe stato piuttosto a
sconsolazione che a consolazione. E però sappiate di certo che il re si partì
mirabilmente consolato". A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco.
Amen.
I Fioretti cap. XXXIV
Commenti
Posta un commento