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Visualizzazione dei post da novembre, 2012
piccolo mondo
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Ecco ciò che conta in ultima analisi: lasciar entrare Dio. Ma lo si può lasciar entrare solo là dove ci si trova, e dove ci si trova realmente, dove si vive, e dove si vive una vita autentica. Se instauriamo un rapporto santo con il piccolo mondo che ci è affidato, se, nell’ambito della creazione con la quale viviamo, noi aiutiamo la santa essenza spirituale a giungere a compimento, allora prepariamo a Dio una dimora nel nostro luogo, allora lasciamo entrare Dio. Martin Buber
senza farsi travolgere
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Non c’è attività duratura e intelligente di costruzione della città senza una radice contemplativa, che è la capacità di silenzio, di deserto interiore, di pausa, in cui si riceve la Parola di Dio, la si ascolta e quindi si costruisce anche dal punto di vista intellettuale una certa visione del mondo. Cosicché il fare non sia determinato solo dalle urgenze, dalle necessità, ma sia ritmato da questo progetto che nasce da un ascolto della Parola e da un atteggiamento di deserto, di silenzio contemplativo. Quanto maggiori sono le responsabilità di una persona, tanto più si devono trovare ogni giorno più lunghe ore di silenzio contemplativo. Bisogna cercarlo, e lottare per averlo, per non farsi travolgere dalle cose, dalla valanga di parole dette a vanvera, di giudizi affrettati. Il silenzio è sempre difficile. Il silenzio bianco ancor di più: il silenzio nero è pura assenza di suoni, quello bianco è sintesi di tutti i colori. Ed è questo che bisogna imparare a esercitare. Superare, gua
vedere, sentire, udire
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Il tuo stesso udito, la tua stessa volontà e la tua stessa vista ti impediscono di vedere e udire Dio. Esercitando la tua volontà, ti separi da quella di Dio e impiegando la tua vista, tu vedi solo entro i tuoi desideri, mentre tali desideri ostruiscono il tuo stesso senso dell'udito, chiudendoti le orecchie con ciò che appartiene alle cose terrene e materiali. Ciò ti mette a tal punto in ombra che non puoi scorgere ciò che è supersensoriale e al di là della tua natura umana. Ma se rimani tranquillo, e ti trattiene dal pensare e dal sentire con il tuo sé personale, allora ti verranno rivelati l'udito, la vista e la parola eterni, e Dio vedrà, sentirà e udrà attraverso di te. Jacob Böhme
ogni seme
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Ogni seme che l’autunno getta nelle profondità della terra ha un modo suo proprio di separare nucleo e involucro al fine di formare le foglie, i fiori e i frutti. Ma quali che siano i modi, lo scopo delle peregrinazioni di tutti i semi è identico: arrivare a levarsi innanzi al volto del sole. Kahlil Gibran
i sogni son desideri
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I SOGNI SON DESIDERI minitraining di meditazione a Villa Teresa (Cavriglia) dal 2 al 5 gennaio 2013 PROGRAMMA: dal pranzo di mercoledì al pranzo di sabato alterneremo momenti di meditazione, di rilassamento e visualizzazione, yoga e riflessione sul mondo dei sogni e sulla loro influenza sulla realtà. ARGOMENTI: di cosa sono fatti i sogni; incubazione e guarigione; tipologie di sogni; imparare a sognare; l’interpretazione dei sogni; realizzare i sogni. info: Cristina - 3475786533 - info@villateresa.eu Manuela - 3290062169 - ar.manuela@libero.it Per l’ospitalità a Villa Teresa è previsto un contributo di 150 Euro
senza amore
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In questo desolato mondo lacerato non c’è amore, perché il piacere e il desiderio giocano la parte principale; eppure, senza amore, la vostra vita quotidiana non ha significato. E non potete avere amore se non c’è bellezza. La bellezza non è qualcosa che potete vedere – non è un bell’albero, un bel dipinto, un bell’edificio o una bella donna. C’è bellezza solo quando il vostro cuore e la vostra mente sanno che cos’è l’amore. Senza amore e quel senso di bellezza non c’è virtù, e voi sapete molto bene che, nonostante facciate di tutto per migliorare la società o sfamare i poveri, creerete solo altro danno, perché senza amore c’è soltanto bruttezza e povertà nel vostro cuore e nella vostra mente. Ma quando c’è amore e bellezza, qualsiasi cosa facciate è giusta, tutto quello che fate è in ordine. Se sapete come amare, allora potete fare quello che volete perché tutto risolverà qualsiasi altro problema. Jiddu Krishnamurti
raccontare il silenzio
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Mi chiedevo fino a che punto un'esperienza di silenzio possa venire raccontata; e, d'altra parte, fino a che punto debba restare chiusa in sé, senza una qualche comunicazione. Certo le vie della comunicazione sono molte e un eremita privilegia i sentieri del silenzio e sopratutto si affida alla preghiera che tesse fili di presenze lontane e solitarie. Ma un eremita che sia anche scrittore non può sdegnare la comunicazione della parola: una parola che, quando è profonda, è così scarna, essenziale, consumata, da farsi prossima al silenzio; al punto che l'esperienza dello scrivere è, essa pure, in qualche modo, eremitica, in quanto avviene in una solitudine totale, in cui l'autore è solo con se stesso e con Dio, se ci crede; e la pagina bianca è una sorta di tacito deserto che va fiorendo di parole. Ed è certo che solo nell' equilibrio tra silenzio e parola, riserbo e comunicazione, un discorso del genere può venir fatto senza impudicizia. Adriana Zarr