diventare quelle parole

Silenzio è Dio e nel silenzio è cantato a Dio quel cantico che è degno di lui. Non dico nel silenzio della lingua. Se uno tace con la lingua, non sapendo cantare in mente e in spirito, questi nel silenzio è ozioso. Vi è infatti un silenzio della lingua e c’è un silenzio i tutto il corpo e c’è un silenzio dell’anima e c’è un silenzio della mente e c’è un silenzio spirituale. Silenzio della lingua, quando non si muove al discorso. Silenzio di tutto il corpo, quando cessano tutti i sensi. Silenzio della mente quando non riflette una scienza e una sapienza composte. Silenzio spirituale, quando [essa] desiste anche dai movimenti (indotti) dalle creature spirituali e solo nell’Essenza si producono i suoi movimenti nello stupore che [è] su di essa. E quando tu ripeti le parole della preghiera che ho scritto per te, ti sia cura di non ripeterle, ma di divenire tu stesso quelle parole. Non nella ripetizione, infatti, è il nostro profitto, ma [nel fatto] che la parola si incorpori in te e divenga opera, e tu sia visto entro il mondo, uomo di Dio.
  
Giovanni il Solitario

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