storia intima
Sei entrato nel mio dolore.
Forse non l'hai capito tutto.
Ma c'è stata tale partecipazione
nei Tuoi gesti, tale tenerezza nei Tuoi silenzi,
tale profondità nel Tuo rispetto
che - e solo ora me ne accorgo -
sei stato Tu il muro di sostegno
che ha retto la mia vita
nel suo momento più difficile,
l'appiglio cui mi sono aggrappato
nell'attimo della vertigine,
la sponda che ha guidato
la corrente amara del mio cuore.
Sei stato un Amico vero.
E qualunque cosa mai accada
della nostra amicizia,
ora Tu fai parte
della mia storia intimamente,
sei inscritto nella carne
della mia esistenza
e nulla ti potrà mai cancellare.
Forse non l'hai capito tutto.
Ma c'è stata tale partecipazione
nei Tuoi gesti, tale tenerezza nei Tuoi silenzi,
tale profondità nel Tuo rispetto
che - e solo ora me ne accorgo -
sei stato Tu il muro di sostegno
che ha retto la mia vita
nel suo momento più difficile,
l'appiglio cui mi sono aggrappato
nell'attimo della vertigine,
la sponda che ha guidato
la corrente amara del mio cuore.
Sei stato un Amico vero.
E qualunque cosa mai accada
della nostra amicizia,
ora Tu fai parte
della mia storia intimamente,
sei inscritto nella carne
della mia esistenza
e nulla ti potrà mai cancellare.
Giuseppe Pontiggia (1934-2003), nell'autobiografico Nati due volte (2000). Egli coglie così il significato della preghiera nel tempo della prova: nella disperazione «mi metto in contatto con una Voce che risponde. Non so quale sia. Ma è più durevole e fonda della voce di chi la nega. Tante volte l'ho negata anch'io per riscoprirla nei momenti difficili. E non era un'eco».(Ravasi)
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