ecosistema
Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono
parole dense di contenuto. Nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi
stessi, nasce e si approfondisce il pensiero, comprendiamo con maggiore
chiarezza ciò che desideriamo dire o ciò che ci attendiamo dall’altro, scegliamo
come esprimerci. Tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere
se stessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confronto,
soltanto alle nostre parole o alle nostre idee. Si apre così uno spazio di
ascolto reciproco e diventa possibile una relazione umana più piena. Nel
silenzio, ad esempio, si colgono i momenti più autentici della comunicazione tra
coloro che si amano: il gesto, l’espressione del volto, il corpo come segni che
manifestano la persona. Nel silenzio parlano la gioia, le preoccupazioni, la
sofferenza, che proprio in esso trovano una forma di espressione particolarmente
intensa. Dal silenzio, dunque, deriva una comunicazione ancora più esigente, che
chiama in causa la sensibilità e quella capacità di ascolto che spesso rivela la
misura e la natura dei legami. Là dove i messaggi e l’informazione sono
abbondanti, il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante
da ciò che è inutile o accessorio. Una profonda riflessione ci aiuta a scoprire
la relazione esistente tra avvenimenti che a prima vista sembrano slegati tra
loro, a valutare, ad analizzare i messaggi; e ciò fa sì che si possano
condividere opinioni ponderate e pertinenti, dando vita ad un’autentica
conoscenza condivisa. Per questo è necessario creare un ambiente propizio, quasi
una sorta di “ecosistema” che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e suoni.
Benedetto XVI
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